Mastoplastica riduttiva
La mastoplastica riduttiva – ovvero la diminuzione del volume del seno – è sicuramente l’intervento della mammella con maggiore finalità funzionale.
Le pazienti che ricorrono a tale intervento, infatti, lamentano un appesantimento del profilo corporeo, nonché notevoli e obiettivi disagi fisici, come dolori alla schiena, alterazioni della postura delle spalle,infossamenti dovuti alla pressione delle spalline del reggiseno e frequenti irritazioni cutanee. L’eccessivo volume del seno, poi, causa notevoli difficoltà nell’attività lavorativa e sportiva.
L’intervento, eseguito in anestesia generale, consiste nella rimozione del tessuto ghiandolare e cutaneo in eccesso, in base alla correzione preoperatoria concordata al fine di ripristinare un volume e una forma adeguata del seno.
Il complesso areola-capezzolo viene, poi, riposizionato nella sede appropriata, lasciando però degli esiti cicatriziali che possono essere solo a livello periareolare, dall’areola al solco e a volte anche orizzontalmente nel solco stesso (a “T” rovesciata).
Il tessuto asportato deve essere sempre inviato all’esame istologico al fine di escludere ogni patologia mammaria.
La degenza prevista è di almeno una notte, mentre la rimozione dei punti avviene dopo due settimane.
Alla paziente sarà richiesta una riduzione dei movimenti degli arti superiori per almeno dieci giorni, mentre l’attività fisica sarà concessa dopo circa un mese.
Notevole attenzione deve essere prestata agli esiti cicatriziali, in quanto la qualità ottimale sarà raggiunta non prima dell’anno.
Dopo l’intervento, la sensibilità dell’areola e del capezzolo potrebbe alterarsi, anche se nella maggior parte dei casi torna normale dopo alcuni mesi. La funzione dell’allattamento invece potrebbe non essere conservata.
Alla paziente sarà richiesta una riduzione dei movimenti degli arti superiori per almeno dieci giorni, mentre l’attività fisica sarà concessa dopo circa un mese.
Notevole attenzione deve essere prestata agli esiti cicatriziali, in quanto la qualità ottimale sarà raggiunta non prima dell’anno.
Dopo l’intervento, la sensibilità dell’areola e del capezzolo potrebbe alterarsi, anche se nella maggior parte dei casi torna normale dopo alcuni mesi. La funzione dell’allattamento invece potrebbe non essere conservata.